«Non si può indorare la pillola»

Le FFS sono finite su tutte le prime pagine. Kathrin Amacker, capo della Comunicazione e membro della Direzione del Gruppo, prende posizione al riguardo. La faccenda la tocca da vicino ed è convinta che le FFS abbiano tratto i dovuti insegnamenti e che in materia di Governance siano a buon punto.

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Kathrin Amacker, tutto questo è un po' eccessivo. La Commissione della gestione degli Stati è dell'opinione che il Consiglio d'amministrazione delle FFS sia venuto meno ai suoi doveri di sorveglianza. E nel contempo la Polizia dei trasporti è indagata per presunte irregolarità. Che cosa sta succedendo?

In questo momento abbiamo i riflettori puntati contro. In quanto membro della Direzione del Gruppo mi sento toccata da vicino, soprattutto come responsabile della comunicazione e degli affari politici. Dobbiamo affrontare questi temi e trarre le dovute conclusioni.

Nel suo rapporto, la Commissione di gestione ha stabilito che il Consiglio d'amministrazione delle FFS è venuto meno ai suoi doveri di sorveglianza e che Monika Ribar ha omesso di dichiarare un mandato spinoso.

Sono stati commessi degli errori, non si può indorare la pillola. La nostra presidente del Consiglio d'amministrazione Monika Ribar aveva reputato poco rilevante il suo mandato Capoinvest e ha omesso di indicarlo al Consiglio federale prima della sua elezione alla presidenza del Consiglio. Monika Ribar si è già scusata pubblicamente lo scorso novembre. Alla conferenza dei quadri dello scorso marzo lo ha ribadito davanti a 2000 quadri: «È stato un errore. Punto.» Trovo che sia stato un atto coraggioso da parte sua. La Commissione di gestione ha menzionato le sue scuse anche nel suo rapporto.

Le scuse bastano?

No, le scuse da sole non bastano. L'importante è che siano seguite dai fatti. Il nostro Consiglio d'amministrazione ha corretto il tiro ben prima della pubblicazione del rapporto della Commissione. Il 1° gennaio 2018 sono entrate in vigore le modifiche al Codice di condotta per il Consiglio d'amministrazione. I membri del Consiglio sono ora tenuti a rivelare tutti i mandati al comitato direttivo prima di entrare in carica. Inoltre il comitato Personale e organizzazione verifica più volte durante l'anno le relazioni d'interesse dei membri del Consiglio d'amministrazione. Il nostro Consiglio d'amministrazione ha quindi già applicato le raccomandazioni della Commissione di gestione per il Consiglio federale.

Ciononostante i politici rimproverano alle FFS una mancanza di trasparenza.

Posso capirlo, considerati i titoli dei giornali. Nel contempo insisto sul fatto che noi alle FFS diamo la massima importanza alla trasparenza e alla cosiddetta Governance. Abbiamo anche un codice di condotta per tutti i collaboratori, non tolleriamo violazioni alle disposizioni di legge o ad altre norme. Anche la trasparenza a livello finanziario è essenziale. Impariamo dagli eventi negativi e quando serve adeguiamo i nostri regolamenti.

Sembra rincuorante. Ma allora come si spiegano le presunte irregolarità per cui è indagata la Polizia dei trasporti?

Naturalmente anche le migliori regole possono essere aggirate, intenzionalmente o per negligenza. L'importante è che in questi casi – quando emergono sospetti – esistano servizi sia interni che esterni a cui rivolgersi. Nel caso della Polizia dei trasporti è stato un whistleblower a informare il Controllo federale delle finanze (CDF). Stiamo naturalmente collaborando nelle indagini. Quando riceviamo una segnalazione attraverso il nostro tool di Compliance, il servizio di accertamento delle FFS avvia le indagini del caso e se necessario coinvolge anche esperti esterni indipendenti.

Evidentemente si tratta di irregolarità nell'uso delle sovvenzioni, come è successo anche nello scandalo di AutoPostale. Qual è la sua opinione al riguardo?

Gli accertamenti sono ancora in corso, i risultati saranno probabilmente resi noti entro novembre. Solo allora ne sapremo di più. Robert Scheidegger del CDF ha già sottolineato pubblicamente che il caso non ha le proporzioni che ha assunto lo scandalo di AutoPostale. Questo mi tranquillizza.

Come affronta la Direzione del Gruppo le reazioni dei media?

Naturalmente siamo molto colpiti. Non smettiamo mai di chiederci se abbiamo pensato a tutto, se dobbiamo migliorare i processi, formare meglio i collaboratori. Ci sentiamo responsabili.

Che cosa fate perché l'immagine dell'azienda non ne risenta ulteriormente?

Le FFS hanno una forte presenza nel mondo pubblico. Siamo un’azienda parastatale e apparteniamo come tale ai cittadini svizzeri. È una bella cosa, ma anche molto impegnativa. Soprattutto quando vengono commessi degli errori, l'eco è considerevole. Naturalmente facciamo il possibile per imparare dai nostri errori. Resta fondamentale fornire ogni giorno ai nostri clienti buone prestazioni e andare incontro alle loro esigenze. In questo momento mi trovo a San Gallo per l'inaugurazione della nuova stazione e il battesimo del treno bipiano per il traffico a lunga percorrenza. E posso dire che continuano ad esserci molte cose di cui essere orgogliosi.