Alla stazione di Locarno un cantiere incontra l'archeologia

Dopo la parentesi in cui è stato dato spazio alle ricerche archeologiche, alla stazione di Locarno-Muralto sono entrati di nuovo nel vivo i lavori per la realizzazione del nuovo sottopasso che collegherà i due marciapiedi alla stazione sotterranea delle Fart.

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Al capoprogetto Federico Rossini abbiamo chiesto di raccontarci come sono emerse queste tracce del passato.

“Nell’ambito della procedura per l’approvazione tutti i progetti vengono sottoposti all’Ufficio cantonale dei beni culturali che, nello specifico, ci ha segnalato l’importanza archeologica dell’area della stazione di Locarno-Muralto. Su iniziativa delle FFS sono iniziati immediatamente dei colloqui bilaterali con l’ufficio dei beni culturali, per preparare, tenendo conto anche delle loro necessità, l’esecuzione dei lavori del nuovo sottopasso, iniziati lo scorso mese di giungo. Si è quindi potuto trovare spazio per il prezioso lavoro di documentazione archeologica, senza ostacolare la realizzazione del nuovo manufatto. Nel corso dei primi tre mesi dei lavori, infatti, il servizio archeologico ha avuto il tempo necessario per attuare gli scavi e i necessari rilievi. Parallelamente l’impresa ha eseguito quelle lavorazioni che non erano in contrasto con le ricerche. In questo modo il cantiere non ha subito ritardi.

Cosa ha comportato tutto ciò per la realizzazione del progetto?

“Il fatto di aver ricevuto questa segnalazione ancora in fase di progettazione è stato sicuramente un vantaggio. Una precisa pianificazione è sempre importante, perché ci permette di rispettare gli intervalli ferroviari - lo sbarramento dei binari - già programmati da anni, senza ulteriormente intralciare il traffico ferroviario. Nei casi in cui vi è anche un aspetto storico-archeologico da considerare, pianificare le varie fasi è ancora più essenziale: da una parte l’archeologia ha così il tempo necessario per le ricerche, dall’altra noi possiamo mantenere i tempi per la realizzazione del progetto. In questo caso abbiamo potuto iniziare la collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali già un anno prima dell’inizio dei lavori, perché questa è una zona archeologica già conosciuta, un aspetto che ci ha sicuramente aiutato nella programmazione.”

Come procederà ora il progetto?

“L’Ufficio dei beni culturali ha terminato i rilievi e la raccolta di reperti nell’area interessata dal progetto del nuovo sottopasso e quindi ora procediamo. In futuro è inoltre previsto il prolungamento verso il lungolago del sottopasso, un progetto finanziato dal comune di Muralto. Anche in questo caso la pianificazione terrà conto delle caratteristiche archeologiche della zona: si ipotizza già che sotto la strada comunale potrebbero esserci altri ritrovamenti archeologici.”

Una parte di un edificio della città romana di Muralto ritrova la luce

All’archeologo Gabriele Giozza, incaricato, insieme alla sia équipe, di svolgere lo scavo archeologico, abbiamo chiesto di illustrarci ciò che è stato trovato.

“Nello scavo archeologico sono emerse differenti strutture murarie di due epoche differenti: una prima epoca tardo medievale e un’epoca romana. Ci rivelano, pur se in piccola parte, quella che era la città romana di Muralto. Una cittadina commerciale importante, con il suo porto sul lago, dove ricevere e trasmettere merci, da e fino al mare Adriatico”, ci racconta.

Una parte importante messo in luce da questo scavo è un edificio di epoca romana, con un grande muro, una porta, di cui rimane solo una lastra pavimentale, un pilastro, un'altra entrata, il muro di ritorno. È un edificio molto ben costruito, con lastre di gneis che riposano su un buon sottofondo composto ad un acciottolato fra due serie di riempimenti. Interessante è anche il fondo su cui poggia il pilastro fatto di calce compressa e di cocciopesto. Questo edificio è stato ad un certo momento in parte distrutto da un muro di epoca più recente, di epoca tardo-medioevale. In relazione a questo muro è visibile un’altra struttura circolare.