Quando Nalu sfoglia gli album di foto del passato con i suoi genitori Nick e Bina, i racconti si susseguono uno dopo l’altro. Sono storie di discese sfrenate, di salti spericolati e di pura gioia di vivere. Ascoltando Nick, Bina e Nalu, risulta subito evidente che la famiglia ha l’adrenalina nel DNA. Quello che Nick e Bina hanno sperimentato e vissuto negli anni Ottanta oggi si chiama freestyle e ora è il figlio Nalu a portare avanti la tradizione.
Salti mortali, acrobazie e passione
Quando Nick arrivò in Engadina appena ventenne, aveva già centinaia di salti mortali alle spalle. A casa, in Ticino, insieme al fratello aveva fondato la crew «Sci Hot Dog Ticino», un gruppo di giovani sciatori spericolati che effettuavano grandiose acrobazie sugli sci. Nick pensava di restare in Engadina solo un paio d’anni per guadagnarsi qualche soldo come maestro di sci, ma non se ne è mai più andato: le montagne offrivano il terreno perfetto a quelli come lui. In quel periodo, si fermò in Engadina anche Bina. Sempre in movimento, praticava con ottimi risultati sci e windsurf, ma non solo: «Fu allora che cominciarono a diffondersi prima lo snowboard e poi il carving, e noi eravamo sempre i primi a provare le novità», ricorda Bina. Ma non si limitarono solo a sperimentare: Nick e Bina avevano così tanto talento che ben presto iniziarono a primeggiare in molte discipline.
Testimonial e pionieri
Quel periodo segnò un cambiamento nella pubblicità di marchi sportivi. Nick e Bina attirarono l’attenzione di registi e designer come Willy Bogner. «Grazie alla nostra corporatura, potevamo indossare qualsiasi tipo di abbigliamento e sapevamo usare tutte le attrezzature sportive. Perciò eravamo modelli perfetti per riprese piene di azione», racconta Bina. Inseguimenti a rotta di collo su canaloni ghiacciati, giocose coreografie sugli sci e discese sulla neve fresca: Nick e Bina facevano sempre un’ottima figura. «Freestyle significa sviluppare il proprio stile ed è esattamente quello che facemmo noi all’epoca», riflette Bina.
Sicuramente questo comporta anche un pizzico di incoscienza: dal loro punto di vista, però, Nick e Bina hanno vissuto soprattutto la loro passione, senza mai smettere di divertirsi e di giocare con la creatività e le acrobazie. È uno stile di vita che hanno trasmesso anche al figlio Nalu.
«Oggi i giovani fanno esattamente quello che facevamo noi allora, solo che le dimensioni sono molto più grandi.» Nick guarda il figlio Nalu, che a vent’anni è considerato un giovane talento del freestyle svizzero: il Freestyle Park sul Corvatsch è il suo parco giochi. Ogni anno, i migliori atleti del mondo si riuniscono qui in Engadina per gareggiare e allenarsi. È qui che nel 2025 si terranno le grandi sfide dei Campionati mondiali FIS di freestyle.
La grande caduta
Tutto procedeva a meraviglia per Nalu: buoni risultati in gara e un posto nella squadra delle giovani promesse di Swiss Ski. Sembrava che tutto fosse pronto per una carriera professionistica di successo. Ma poi sono arrivati la pandemia e un inverno senza gare. L’anno dopo, le performance non sono state soddisfacenti e Nalu ha faticato a restare motivato. Poi il giovane freestyler ha subito un colpo ancora più duro: l’inverno successivo si è infortunato e ha dovuto interrompere la stagione prima ancora che fosse realmente iniziata. E tutto questo proprio mentre ci si prepara ai Campionati mondiali in casa.
Ma Nalu non sarebbe Nalu se avesse nascosto la testa sotto la sabbia: si è risollevato e ha imparato velocemente ad affrontare la situazione. «Mi è stato di aiuto quello che mi hanno sempre insegnato i miei genitori: certe cose non si possono controllare, ma è sempre possibile trovare un modo per divertirsi.»
Non appena i medici glielo hanno permesso, Nalu ha messo da parte le stampelle e ha cominciato a rinforzare il ginocchio infortunato allenandosi in mountain bike. Ovviamente, il richiamo della montagna si è presto fatto sentire e Nalu è tornato al Corvatsch Park: non per sciare, bensì per dare consigli ai freestyler più giovani. Ai gruppi di freestyle degli sci club dell’Engadina partecipano fino a 60 bambini e ragazzi, che guardano a Nalu come a un modello da seguire.
«Durante gli allenamenti, Nalu li incita e dà loro consigli utili: per lui è soddisfacente quasi quanto saltare. «Ero esattamente come questi ragazzi, so dove possono arrivare. È veramente bellissimo.»Nalu
Il freestyle torna a casa
Il grande sogno di Nalu è mostrare a tutto il mondo cosa è ingrado di fare ai Campionati mondiali FIS di freestyle nel«suo» park. «Devo ancora lavorare tanto», ammette. «Madarò tutto me stesso per arrivarci.» Anche i suoi genitorinon vedono l’ora di assistere al grande evento. «Abbiamosempre sognato una cosa del genere», confessa Nick. «Oraabbiamo l’opportunità di accogliere a casa nostra gli appas-sionati di freestyle di tutto il mondo. È fantastico!»
Qui in Engadina, dove Nick e Bina furono tra i pionieridel freestyle. Qui, dove il figlio porta avanti la loro passionee si misura con i migliori freestyler del mondo. Qui, dove stagià crescendo la prossima generazione di atleti che si diver-tono a giocare con la gravità, le acrobazie e lo stile. È qui chesi terrà la grande sfida. Si potrebbe quasi dire che il freestyletorna a casa. Buon volo!
Questo articolo è frutto di una collaborazione con Svizzera Turismo.