Gian-Paolo, da tre mesi hai preso le redini delle Officine di Bellinzona: quali sono le tue prime impressioni?
Effettivamente questi primi tre mesi sono volati! Ho scoperto una realtà molto interessante e per certi versi inaspettata, con una grande complessità nella struttura delle FFS, molto connessa a livello svizzero e con molte interfacce. Per me si tratta quindi di un grande lavoro di creazione della rete. A Bellinzona ho apprezzato l’apertura e l’orgoglio di mostrare il proprio lavoro, ho visto molta fierezza e competenza nel presentarlo. Questo è un segnale positivo per le sfide che ci attendono.
Le Officine vivono un periodo di grandi cambiamenti; da un lato si profila all’orizzonte il Nuovo stabilimento di Arbedo-Castione, dall’altro l’attuale sedime subirà una radicale trasformazione: da fuori, prima, e dall’interno, ora, come vivi questa fase di fermento?
Da fuori si tratta sicuramente di un progetto molto interessante e unico nel suo genere; un investimento di questa portata in Ticino, ma non solo, non si vede tutti i giorni ed è un segnale molto forte che arriva dalle FFS e dalle nostre autorità per dare continuità e garantire un futuro alle nuove generazioni. Visto dall’interno si scopre la grande complessità di questo progetto, l’intreccio di tanti sotto-progetti che daranno poi vita al NSIF (Nuovo Stabilimento Industriale Ferroviario), uno stabilimento che sarà operativo e innovativo, un faro e un pilota nella struttura manutentiva ferroviaria. Vivo questo momento con molto entusiasmo, orgoglio e grande responsabilità di poter accompagnare questo grande progetto.
Parlando invece del qui e ora, quali sono i progetti che ti entusiasmano maggiormente?
Più che i progetti è tutta questa dimensione di novità, lo scoprire il grande lavoro che si cela dietro una flotta di treni efficienti e puntuali, la grande competenza del nostro servizio di manutenzione leggera che permette di avere i treni puliti e funzionanti ogni giorno a entusiasmarmi. Mi affascina inoltre molto la complessità delle manutenzioni pesanti, quindi di tutti i componenti per rendere i treni sicuri in ogni momento. Senza contare il risanamento delle flotte, la revisione parziale e totale delle locomotive e tutta la componentistica necessaria. Se dovessi scegliere un progetto sarebbe quello legato alla flotta ASTORO, che inizieremo a gennaio con il prototipo. Sarà il primo progetto ad entrare in produzione dalla mia nomina e questo prodotto sarà anche portato a Arbedo-Castione.
Nuovo stabilimento di Arbedo-Castione: quali sono le tue aspettative verso un progetto di questa portata?
Le aspettative sono naturalmente molte, soprattutto in termini di efficienza e digitalizzazione. Da un lato reputo molto stimolante l’opportunità di definire i nuovi processi produttivi con il supporto del Kaizen, un metodo che rende i processi efficienti e snelli; si parte da un foglio bianco sul quale potremo disegnarli e viverli. Dall’altro l’unicità in Svizzera di racchiudere la manutenzione leggera e pesante sotto lo stesso tetto sviluppando sinergie molto interessanti, importanti per l’ottimizzazione delle manutenzioni.
Il ruolo di Direttore è importante sotto molti punti di vista: quali sono per te le priorità e quanto conta l’aspetto umano e le relazioni con i collaboratori?
L’aspetto umano per me è importantissimo, la differenza non la fa uno stabilimento nuovo, un prodotto, la tecnologia bensì collaboratrici e collaboratori motivati, formati e rispettati in quello che fanno. Se riusciamo a raggiungere questo saranno loro ad avere successo, saranno autonomi e si muoveranno in uno spazio di manovra che gli permetterà di essere efficienti, efficaci e di lavorare in serenità. Io sono fermamente convinto che bisogna essere dei leader al servizio dell’organizzazione, avere uno stile di conduzione autorevole ma empatico, rispettoso del prossimo e che sappia ascoltare e non solo sentire; uno stile moderno per un’organizzazione responsabile, agile e flessibile al cambiamento, un’organizzazione dove la cultura dell’errore e del feedback è vissuta in modo costruttivo. Ammetto che è un obiettivo molto ambizioso ma anche Castione lo è e per uno stabilimento di questo genere dobbiamo avere un’organizzazione moderna.
«L’aspetto umano per me è importantissimo, la differenza non la fa uno stabilimento nuovo, un prodotto, la tecnologia bensì collaboratrici e collaboratori motivati, formati e rispettati in quello che fanno.»Gian-Paolo Lepori
Eri già abituato a realtà aziendali molto grandi e stratificate: com’è stato, per te, entrare nel grande e variegato mondo FFS? Divisioni, processi, 4 regioni, 3 lingue…
Il primo giorno, quando ho iniziato a passare in rassegna le mail che mi erano arrivate, sono rimasto scioccato: era tutto in tedesco! Il grosso cambiamento tra una multinazionale e le FFS è la lingua, dall’inglese al tedesco, ma ci si fa subito l’abitudine. Le connessioni tra divisioni e i dipartimenti sono molte; c’è tanta complessità e molto si basa sui rapporti umani, la conoscenza dei key players è fondamentale per muoversi nei processi e capire quali sono le leve giuste da muovere. Se da una parte è complesso dall’altra si conoscono tante belle persone che ti aiutano ad introdurti; in determinate riunioni si è passati dall’utilizzare lo svizzero tedesco al tedesco, così da permettermi di capire e partecipare attivamente. Questa è una cosa che ho davvero apprezzato.
Sei papà di quattro figli: come riesci a combinare la tua vista privata con una funzione di grande responsabilità e che, sicuramente, richiede molto la tua presenza e disponibilità?
I tempi sono maturi sia per me che per la mia famiglia; il grande ha 20 anni e studia a Zurigo, il secondo è in quarta liceo, la terza in prima liceo e il “piccolo”, che rimarrà sempre il piccolo, in quarta media, quindi sono già molto indipendenti e questo mi permette di dedicare la giusta disponibilità e presenza alla nuova funzione. Dieci anni fa sarebbe stato molto difficile perché ho sempre voluto essere un padre presente e partecipativo nella vita dei miei figli, seguirli e aiutarli in tutto quello che necessitavano. Adesso, pur viaggiando spesso e avendo orari più impegnativi, le loro esigenze sono altre e si sposano con le mie nuove necessità.
Ultima domanda, ma non meno importante: il fine settimana del 22-23 ottobre, nell’ambito dei 175 anni di ferrovie svizzere, le Officine apriranno le proprie porte al pubblico. Cosa aspettarsi?
Sarà un fine settimana di festa e un’opportunità di--- toccare con mano il lavoro alle Officine, ma non solo: lungo un percorso attraverso lo stabilimento vi saranno stand della Polizia dei trasporti, di login, di AutoPostale e di molte altre aziende e attività legate a filo doppio al mondo del trasporto pubblico. Siamo naturalmente lieti di accogliere un pubblico numeroso!