Gli utenti dei trasporti pubblici vogliono già oggi poter lavorare, informarsi e interagire con i social network mentre viaggiano. Desiderano collegamenti puntuali e percorsi efficienti e diretti da una località all'altra. Diversamente da oggi, in futuro non dipenderanno unicamente dai trasporti pubblici. Potranno combinare diversi sistemi di trasporto: i trasporti pubblici, la condivisione dell'automobile (car sharing), i veicoli a guida autonoma ecc. La mobilità sarà più semplice, flessibile, reticolare e individuale, grazie anche alle nuove piattaforme d'informazione e prenotazione digitali che renderanno possibile la mobilità integrata. La premessa indispensabile è tuttavia un'infrastruttura dei trasporti di buon livello e ben mantenuta.
L'orientamento è corretto
Risultato: l'orientamento imboccato è corretto. Le singole imprese stanno lavorando intensamente per il futuro dei trasporti pubblici. Il settore intende tuttavia allungare il passo in merito alla velocità e alla collaborazione intersettoriale estesa oltre i confini dei trasporti pubblici. I rappresentanti di UTP, FFS, BLS e SOB si sono detti convinti che sarà possibile sviluppare ulteriormente il sistema «TP 4.0» – e quindi realizzare offerte di mobilità ottimali per i clienti – solo mediante una stretta collaborazione con il settore nonché con altri partner del mondo scientifico, economico e politico. I primi approcci al riguardo sono già realtà, come ad esempio la semplificazione del sistema tariffario o le iniziative per aumentare il grado di sfruttamento dei treni.
Le sfide rimangono
Nota:
Altre informazioni:
Citazioni
Michel Joye, presidente dell'Unione dei trasporti pubblici:
Ueli Stückelberger, direttore Unione dei trasporti pubblici:
Andreas Meyer, CEO FFS:
Bernard Guillelmon, CEO BLS:
Thomas Küchler, presidente del consiglio direttivo di Südostbahn:
Presentato lo studio di FehrAdvice & Partners AG al convegno di Olten
«Leve e metodi comuni per ottimizzare l'utilizzo dei trasporti pubblici»
Un nuovo studio che considera il punto di vista dell'economia comportamentale mostra che le norme sociali sul posto di lavoro e le abitudini sono decisive per il comportamento dei pendolari. Il risultato getta una nuova luce sulla discussione relativa al «mobility pricing». Lo studio di FehrAdvice argomenta che prima di attuare incentivi di prezzo andrebbero realizzati nuovi modelli di mobilità tra pendolari, aziende e politica.
Il traffico pendolare nelle ore di punta è costoso. L'infrastruttura dei trasporti in Svizzera viene attualmente dimensionata in base ai picchi di domanda del mattino e della sera, con conseguenti costi elevati. Uno studio commissionato da FFS, UTP e dai direttori cantonali dei trasporti mette in luce nuovi modi di considerare il comportamento dei pendolari dal punto di vista dell'economia comportamentale. Emerge che in particolare le norme sociali sul posto di lavoro, influenzate da superiori e colleghi, sono un potente istigatore della domanda nelle ore di punte. Superiori e colleghi guardano intenzionalmente l'orologio se qualcuno arriva tardi in ufficio, ciò a dispetto di modelli di tempo di lavoro flessibile. Inoltre gli attuali modelli di comportamento del pendolarismo non vengono mai o quasi mai messi in discussione. Si continua a viaggiare nelle ore di punta.
L'approccio risolutivo di tassare i flussi di traffico, spesso menzionato in questo contesto, è il cosiddetto «mobility pricing», che prevede di fissare dei prezzi diversi per l'utilizzo dei mezzi di trasporto, basati sulle varie ore della giornata e sui vari tragitti in base alla domanda. Il mobility pricing punta sul comminare sanzioni e su stimoli puramente finanziari. Nell'ambito dello studio sono state sondate delle alternative all'approccio «punitivo». L'obiettivo dello studio era scoprire quante persone potrebbero in linea di principio fare i pendolari in modo flessibile, quali sono i motivi che li spingono ciò nonostante a viaggiare nelle ore di punta, benché l'offerta di posti è limitata e in che modo è possibile attuare l'incentivo giusto per ottenere un utilizzo regolare nel corso della giornata.
Lo studio evidenzia che il 60 percento dei pendolari potrebbero fare la spola in modo più flessibile rispetto a quanto fanno attualmente. Ritiene che la stretta collaborazione tra aziende, politica e pendolari è decisiva per livellare i picchi di domanda. Prima di pensare a incentivi di prezzo, andrebbero sfruttate fino in fondo simili misure. Lo studio Ecoplan su mandato delle FFS (2015) stimava che i trasporti pubblici avrebbero potuto risparmiare circa 140 milioni di franchi all'anno livellando le punte di traffico.
I risultati dettagliati dello studio FehrAdvice sono stati presentati nell'ambito del convegno settoriale UTP del 3 marzo 2016.
Per altre informazioni si veda:
www.voev.ch