Le ferrovie nel cuore: mezzo secolo al servizio delle FFS

Antonino Catalano, capo assistenza clienti, è uno dei circa 50 colleghi e colleghe che nel 2022 festeggiano il loro 48° anno di servizio alle FFS. Nell’intervista ripercorre con noi un periodo molto importante della sua vita e racconta perché non avrebbe mai voluto lavorare in un’altra azienda.

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Il tempo è uggioso, aprile porta un’improvvisa ondata di freddo. Le temperature sono basse, ma il sorriso caloroso e amichevole di Antonino sembra far rispuntare il sole. Già al primo sguardo è evidente che quest’uomo ha un gran cuore. Antonino Catalano, nato in Italia, si è trasferito in Svizzera con i genitori quando frequentava la quinta elementare: quest’anno andrà in pensione dopo ben 47 anni e otto mesi di servizio alle FFS.

Il lavoro come scuola di vita

È il 18 agosto 1974: a 15 anni, Antonino inizia un tirocinio come addetto all’esercizio e impara le basi del mestiere: pulire e controllare i veicoli, svolgere il servizio bagagli ed esercitarsi nei movimenti di manovra. «Mio padre si fece naturalizzare insieme a tutta la famiglia soltanto perché io potessi lavorare alle FFS», racconta Antonino con orgoglio. Anche se oggi sembra quasi inimmaginabile, al tempo era obbligatorio: la cittadinanza svizzera era una condizione necessaria per avere un contratto di lavoro con le Ferrovie federali. Per Antonino, diventare impiegato statale e membro della famiglia delle FFS fu un momento speciale: «Mi sembrò quasi come la cerimonia d’investitura di un cavaliere.» Anche solo per questo motivo, per lui è sempre stato impensabile lavorare per un’altra azienda.

Fonte: FFS

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Due anni dopo l’inizio del tirocinio, Antonino si trasferisce a Ginevra. «Lavoravo alle FFS e quindi dovevo imparare anche il francese.» Qui si occupa del servizio di informazione sul marciapiede, posiziona i cartelli, prepara le cuccette per i viaggiatori diretti in Francia, riscalda le carrozze.

Altri due anni dopo, Antonino segue a Bienne la formazione per diventare quello che allora si chiamava conduttore. «Su 12 compagni di classe, 10 erano vallesani», racconta ridendo di gusto. Nel 1980 torna a casa, al deposito di Briga. Seguono molti anni di lavoro sui treni, e infine nel ruolo che oggi conosciamo come capo assistenza clienti.

Da assistente clienti ad attento ascoltatore

Ciò che Antonino ama da sempre nel suo lavoro è il contatto con persone diverse: «Una volta, una donna che viaggiava da Interlaken a Basilea mi ha raccontato tutta la storia della sua vita.» In effetti, l’assistente clienti è quasi una sorta di psicologo.

«Poter aiutare qualcuno mi ripaga molto.»
Antonino Catalano

Saper ascoltare è tuttora il punto di forza di Antonino: nel privato frequenta ambienti dello sciamanesimo e anche nel suo lavoro ha saputo conciliare l’aspetto spirituale ed emotivo. Nel 2010, infatti, ha portato a termine una formazione di cinque giorni per il team di FFS Care, in cui oggi presta servizio come volontario offrendo supporto psicologico alle colleghe e ai colleghi che devono elaborare eventi in seguito a un incidente ferroviario o a un infortunio professionale. «Poter aiutare gli altri mi ripaga molto», dice Antonino con un’aria pensierosa ma soddisfatta.

Dopo quasi mezzo secolo, la fine di questo capitolo ormai si avvicina. Ma non abbandonerà le ferrovie: «Anche dopo tutti questi anni, per me stare in treno e guardare fuori dal finestrino è una cosa bellissima», ci racconta Antonino con entusiasmo. Sembra tranquillo e desideroso di iniziare questa nuova fase della sua vita, che sarà piena di letture e fotografie. Dopo il pensionamento non porterà avanti in via ufficiale il suo impegno volontario come collaboratore Care, ma le colleghe e i colleghi sanno che sarà sempre pronto a prestare ascolto. «In fondo, presto avrò tanto tempo per ascoltare come mai prima d’ora.»