CEO: «Desidero incentivare simili congedi»

Il CEO delle FFS Andreas Meyer racconta in una videointervista del suo congedo sabbatico di due mesi. Sebbene si sia goduto questo periodo di riposo, è felice di essere tornato. Il CEO ringrazia tutti i collaboratori per il lavoro svolto in sua assenza.

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Fonte: FFS

FFS News: Andreas, due mesi senza lavoro: ci sei davvero riuscito?

Andreas Meyer: Mi sono proprio goduto questi due mesi. Era da oltre 25 anni che controllavo SMS ed e-mail aziendali ogni giorno, ovunque fossi. Questa volta, invece, ho staccato completamente ed è stata una sensazione bellissima.
Ovviamente ho visto che sono successe diverse cose in mia assenza, ma abbiamo un team eccezionale e tra noi c’è un ottimo rapporto di fiducia, anche con il Consiglio d’amministrazione. Avevamo preparato un programma dettagliato e fissato degli obiettivi. Desidero quindi ringraziare tutti coloro che hanno reso possibili questi due mesi, perché anche in questo caso è stata tutta questione di lavoro di squadra.

FFS News: Ora la domanda più scottante: che cos’hai fatto in questi due mesi?

Andreas Meyer: Ho fatto semplicemente quello di cui avevo voglia. Non avevo fatto grandi progetti.
Per cominciare ho trascorso un po’ di tempo con i miei genitori: ho caricato la sedia a rotelle di mio padre nel baule e siamo partiti per un paio di giorni insieme. È stato veramente bello, più di quanto si aspettassero. E devo ammettere che è stato anche più bello di quanto avessi immaginato io. Ci siamo gustati della buona birra in Baviera e cose simili.
Poi sono partito per una crociera subacquea. Sono stato in Bali. Sono stato in montagna a fare un po’ di arrampicata.
Ho letto alcuni libri ma nessuno sui trasporti pubblici. Ho provato nuove emozioni.
Ma tutto questo è stato sostanzialmente improvvisato. Mi sono lasciato trasportare, ho osservato molto e vissuto pienamente.

FFS News: Hai fatto un sacco di cose, insomma. C’è qualche aneddoto divertente?

Andreas Meyer: Sì, di momenti divertenti ce ne sono stati parecchi. Quando ero a Bali, ho trascorso una bellissima serata con gente del posto. Essere per una volta uno sconosciuto è stata una sensazione magnifica.

FFS News: Tanta spontaneità, quindi. Che conclusioni trai da questo congedo sabbatico?

Andreas Meyer: Sì, esattamente! Desidero promuovere maggiormente la possibilità di prendersi simili congedi: ovviamente non ogni settimana, non a ogni vacanza, non lo farò di certo neanch’io, ma vorrei veramente incentivarlo a tutti i livelli. Una volta all’anno si dovrebbe poter fare pieno affidamento sul proprio sostituto e staccare completamente la spina. Credo che andando avanti, con i ritmi sempre più incalzanti di oggi e gli sforzi sempre più grandi che ci vengono richiesti, questo acquisirà un’importanza crescente.
Il secondo aspetto che ho notato, osservando le cose con una certa distanza, è che tendiamo troppo spesso a correre. Qualche volta dovremmo essere un po’ più rilassati in quello che facciamo. Ed è qualcosa che mi impegno a fare anch’io in prima persona. Anche guardando le notizie ogni giorno, emerge chiaramente che a volte ci prendiamo troppo sul serio così come prendiamo troppo sul serio le affermazioni altrui, dando loro più peso di quello che hanno veramente.
E se vi va, non appena l’effetto del pieno di energia inizierà a svanire, non esitate a ricordarmi: «Hey, hang loose».

FFS News: E che cosa porti alle FFS da questo congedo sabbatico?

Andreas Meyer: Sono affezionato alle FFS, questa è stata una conferma. Sono molto felice di aver ritrovato il contatto con i colleghi. Mi sono reso conto che ho veramente un rapporto di amicizia con molte persone. La prima cosa quindi è: sono impaziente di riallacciare i contatti con tutti.
La seconda cosa è invece questa. Mi è giunta voce che i colleghi abbiano detto: adesso leggerà libri sulle FFS, chissà con quali strane idee tornerà!
Purtroppo devo deludervi. Non ho fatto niente e non torno quindi con nessuna novità da questi due mesi. Quello che voglio sapere è quali siano le vostre riflessioni, le vostre idee. E la migliore base a tale proposito la porremo nelle prossime settimane con i Performance Camp, durante i quali analizzeremo i nostri obiettivi e i nostri programmi e rifletteremo sull’applicazione della nostra formula magica: delegare le responsabilità verso il basso e verso l’esterno. Non vedo l’ora.