«Sono orgoglioso del mio hobby»

Fabian Knecht, di Remetschwil, è appassionato di fotografia ferroviaria. Armato di macchina fotografica, nel tempo libero va a caccia di treni: più sono particolari, meglio è. La sua regione preferita? La Svizzera romanda.

Tempo di lettura: 5 minuti

Appuntamento alla stazione di Berna, al binario 5. Un giovane uomo sta guardando lo smartphone. È vestito a strati, con T-shirt, maglioncino e giubbotto. Macchina fotografica al collo, zaino in spalla, scarpe da trekking ai piedi.

Deve essere lui.

Alza lo sguardo e si avvicina amichevolmente. «Buongiorno, come va?».

È proprio lui.

Il giovane si chiama Fabian Knecht, ha 21 anni ed è un appassionato di fotografia ferroviaria, o «trainspotting». Nel tempo libero, viaggia in tutta la Svizzera per immortalare treni particolari e composizioni insolite. Il suo obiettivo odierno è un treno francese per il trasporto di cereali che dovrebbe attraversare Arnex poco dopo mezzogiorno. «A seconda dell’orario, potrebbe restarmi tempo per scattare qualche foto nel mio posto preferito ad Auvernier, vicino a Neuchâtel», spiega Fabian.

Tutto è cominciato con i treni a vapore

Fabian è stato catturato da questa passione otto anni fa: suo nonno lo aveva portato con sé per una corsa speciale della ferrovia a vapore del passo della Furka.

«Non dimenticherò mai l’odore della fuliggine, il sibilo del vapore di scarico e lo scricchiolio delle carrozze!»
Fabian Knecht

Il percorso portava da Oberwald a Realp, a 1546 metri sul livello del mare. «Mi piaceva sentire il treno sferragliare, la sua enorme potenza.» Questa esperienza ha acceso in Fabian una nuova passione, dapprima per i vecchi treni viaggiatori, poi per tutto ciò che circola su rotaia.

Tempo libero all’insegna della ferrovia.

Da allora, Fabian dedica ogni momento libero ai treni: possiede modellini ferroviari, legge la rivista specializzata Eisenbahn-Revue e ascolta podcast sull’argomento. Il suo sogno è di vivere prima o poi in una vecchia casa cantoniera.

Non sempre i suoi coetanei capiscono la sua passione.

«Spesso devo giustificarmi per il mio hobby, ma ne sono molto orgoglioso. Viaggio tanto, sto all’aria aperta e faccio molto movimento.»
Fabian Knecht

Allo stesso tempo, riceve tanti incoraggiamenti: il suo profilo Instagram ha quasi 2000 follower.

Ancora un paio di foto al volo

Arriviamo ad Arnex. Fabian attraversa il piccolo villaggio e si ferma davanti a un grande campo, dietro al quale corrono due binari. «Questo è un buon punto.» Fabian controlla lo smartphone. «Il treno di cereali arriverà tra un’ora. Nel frattempo, dobbiamo trovare un altro posto.» Il motivo è che il sole illuminerà i treni dall’altro lato del binario, gettando sulle foto una brutta ombra laterale.

Fabian controlla regolarmente lo smartphone. Un amico gli fornisce costantemente informazioni su quali veicoli passano, quando e dove: treni viaggiatori, treni merci, treni speciali. Fabian ha molti contatti nel mondo degli appassionati di fotografia ferroviaria, e questo si rivela un vantaggio. «Tra poco arrivano due treni ICN, poi un FLIRT.» Fabian coglie l’occasione e fotografa i tre treni finché non proiettano ancora ombre laterali.

Mancano 30 minuti al passaggio del treno di cereali. È il momento di cambiare posizione. Fabian ha le idee chiare: «In corrispondenza della stazione di Arnex, il binario disegna un anello. Poi il treno continua verso Vallorbe: quello è il punto ideale.» Fabian cammina velocemente, con il sole che picchia in cielo. Adesso è evidente il vantaggio dell’essersi vestito a strati.

Sull’anello di Arnex

Dopo venti minuti di cammino, Fabian raggiunge l’anello. Il cielo blu e il campo arato a strisce rappresentano uno sfondo perfetto. Fabian cerca l’angolo ideale e la distanza giusta dai binari. È importante che le foto siano esteticamente belle: controlla la luce, le distanze tra i pali «e che il pantografo non scompaia dietro a un palo».

«Arriva il treno di cereali!», esclama all’improvviso. Ormai Fabian sembra aver sviluppato un sesto senso per i treni. Non si sente e non si vede ancora nulla. Solo dopo qualche secondo, un treno appare all’orizzonte: è proprio il treno di cereali. Ora è il momento di fare sul serio. La carovana di carri grigiastri e color ruggine percorre lentamente la curva. Quando la locomotiva imbocca il rettilineo, Fabian alza la mano: sta segnalando al macchinista che è tutto a posto. Poi preme l’otturatore e la macchina fotografica scatta: due, tre, quattro volte. Finito. Fabian segue il treno di cereali con lo sguardo. Un sorriso illumina il suo volto.

Ha raggiunto il suo obiettivo, ma per Fabian non è ancora abbastanza. Vuole andare anche ad Auvernier. Sul treno, digita qualcosa sullo smartphone. Sta condividendo l’esperienza con i suoi follower: ogni giorno cerca infatti di caricare almeno una foto.

Un debole per la Svizzera romanda

Arriviamo ad Auvernier. «Bonjour»: Fabian saluta una passante, che ricambia amichevolmente. Dopo aver percorso vicoli stretti e aver superato i vigneti, Fabian arriva nel suo posto preferito. Va in estasi: «Questi vigneti sono così belli, soprattutto in estate, quando sono in fiore.» Fabian adora la Svizzera romanda. Qualche anno fa, ha frequentato il decimo anno di scuola a Losanna. In quel periodo, oltre a perfezionare la sua conoscenza del francese, ha imparato anche ad amare questa regione.

I treni passano ogni minuto. Fabian ne fotografa alcuni, altri li lascia passare: molti li ha già fotografati tantissime volte. Ma il suo hobby continua ad appassionarlo. «Con i treni merci, non si sa mai in anticipo quali carri e locomotive saranno utilizzati.» In particolare, gli piacerebbe immortalare le locomotive Re 420 con la livrea adottata per festeggiare i 175 anni delle ferrovie svizzere. «Stamattina ho visto quella locomotiva a Olten, ma non so dove sia diretta.» Ecco perché Fabian vuole aspettare il treno merci delle 16.21.

Il veicolo arriva in orario. Fabian si mette in posizione, preme l’otturatore e controlla la foto sulla macchina fotografica. Purtroppo non è la locomotiva con la livrea speciale, ma non è poi così grave: «Sarà per un’altra volta.» È ora di ripartire per tornare a casa.

Verso casa

Fabian si sistema comodamente sul treno in partenza per Olten. Appende la giacca al gancio, si siede e abbassa il bracciolo: fa sempre così prima di un lungo viaggio. Ci vogliono ancora circa due ore per arrivare a Remetschwil. È una tratta che conosce molto bene, ma Fabian non si annoia mai. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire anche in ciò che è familiare, perché «dal treno si vedono le cose nel dettaglio. Quando si viaggia in aereo o in macchina, non è così». E quando Fabian vuole concedersi un po’ di riposo, in treno riesce semplicemente a staccare.

«Mentre guardo fuori dal finestrino e ascolto musica, la mia testa si svuota. Per me è questo il modo migliore di rilassarmi.»
Fabian Knecht

A Neuchâtel, al binario si sente un fischio. Le porte si chiudono sbuffando. Il treno cigola e comincia ad avanzare. Sul viso di Fabian comincia a disegnarsi un sorriso. Questa tratta lungo i laghi di Neuchâtel e di Bienne è la sua preferita.

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