«Compass»: un programma per stazioni sicure e pulite

In tutta la Svizzera, quasi 500 addetti alle pulizie e tecnici degli edifici garantiscono l’integrità delle stazioni FFS 24 ore su 24. Il loro impiego viene ora riorganizzato. Alexander Muhm, responsabile FFS Immobili e membro della Direzione del Gruppo, ci spiega i retroscena.

Tempo di lettura: 3 minuti

Il nome del nuovo progetto «Compass» è tutto un programma: il Facility Management ha deciso di riorganizzare il settore della pulizia e il settore della tecnica delle stazioni. Il concetto di stazioni sicure e pulite, in cui la clientela possa sentirsi a proprio agio, resta tra i capisaldi. Cambierà invece la ripartizione dell’attività del Facility Management e, in particolare, quella di pulizia. Alexander Muhm, responsabile della divisione Immobili, ci spiega in un’intervista perché il progetto «Compass» non è un programma di risparmio e perché la nuova strutturazione è necessaria.

Alexander Muhm, responsabile FFS Immobili e membro della Direzione

«Compass» consente di risparmiare?

Il progetto «Compass» non è una misura di risparmio, ma permette di fornire migliori prestazioni alla clientela. La qualità viene garantita agli stessi livelli elevati, sicuramente non al di sotto, anche in considerazione delle misure igieniche contro il coronavirus in vigore in tutta l’azienda. Il volume di lavoro resta quindi praticamente invariato a livello nazionale.

Perché allora è stato lanciato questo progetto?

Per uniformare i rapporti che sono mutati nel corso del tempo. Concretamente dobbiamo chiederci quali sono i lavori che possiamo svolgere internamente, in quali campi abbiamo bisogno di personale interinale e quali servizi dobbiamo acquistare all’esterno. Abbiamo deciso di concentrare in futuro le nostre risorse operative nelle stazioni di medie e grandi dimensioni, da cui transita nel complesso circa l’80% dei passeggeri. Queste stazioni saranno pulite e gestite perlopiù da personale FFS. I compiti di Facility Management nelle stazioni più piccole, prevalentemente in periferia e nelle campagne, saranno affidati a fornitori esterni. Questo nuovo orientamento rappresenta un’opportunità per le imprese locali e regionali.

Verranno tagliati posti di lavoro, come criticato dai sindacati?

No, la critica non è fondata. Per noi, il programma «Compass» rappresenta anche l’occasione per fare chiarezza sui rapporti di lavoro. Le 130-150 persone impiegate nell’ambito della pulizia delle FFS lavorano attualmente per agenzie di lavoro temporaneo e non hanno quindi un contratto con le FFS. Le attività oggi svolte dal personale interinale saranno trasferite a fornitori di servizi esterni. È questo ad avere allarmato il SEV. Di certo, saranno creati internamente 30-50 posti di lavoro e il volume di lavoro dato all’esterno resterà più o meno lo stesso.

Che cosa succede ai 100 lavoratori restanti?

La prestazione lavorativa dei circa 100 lavoratori restanti rimane nel mercato del lavoro. Le FFS offrono a tutti i collaboratori esterni la possibilità di candidarsi presso i futuri fornitori. Il volume di lavoro non viene quindi ridotto e l’offerta complessiva di posti di lavoro resta praticamente invariata.

I sindacati hanno lanciato una petizione a questo proposito. La critica che è stata mossa si riferisce al fatto che Vincent Ducrot non l’abbia accolta. Come si spiega?

La responsabilità del progetto «Compass» è della divisione FFS Immobili, e quindi della mia persona in quanto membro della Direzione del Gruppo. Ho già proposto ai sindacati diverse date per accogliere la petizione di persona, insieme a due membri della direzione di FFS Immobili. Tra l’altro, le FFS hanno fatto in modo, fin dall’inizio, di informare regolarmente e in modo trasparente i collaboratori e il personale interinale, affinché sappiano cosa è previsto a partire dall’estate del prossimo anno. Anche con il SEV abbiamo uno scambio regolare.

Quando inizia il programma?

L’implementazione dovrebbe iniziare tra un anno e avverrà a tappe tra la metà del 2022 e la fine del 2023.